Dodici mesi di collasso climatico

Il collasso climatico è in corso e renderà insignificante qualunque altro problema.

Dodici mesi di collasso climatico
Photo by Ioana / Unsplash

Nota: questo testo è stato originariamente pubblicato sul mio profilo Instagram.

Il collasso climatico è in corso e renderà insignificante qualunque altro problema. Ieri sono stati presentati i dati del servizio Copernicus, il programma dell’Unione Europea dedicato al monitoraggio delle condizioni climatologiche della Terra. I dati sono tragici.

La primavera piovosa che stiamo vivendo in Italia (soprattutto al Nord) non ci sta permettendo di percepire il fatto che:

  • da giugno 2023 a maggio 2024, sono stati registrati 12 mesi consecutivi con una temperatura media globale *largamente* sopra i livelli pre-industriali - fa molto più caldo ovunque;
  • nella stessa finestra di tempo, sono state registrate una serie senza precedenti storici di ondate di calore anomale - fa caldo ovunque e ci sono molti più picchi imprevisti, pericolosi e letali;
  • i ghiacci artici non sono mai stati così poco estesi e voluminosi - sta scomparendo il blocco di ghiaccio più grande del mondo, resta da capire dove finisca tutta la sua acqua (spoiler: nelle strade dove ora abitiamo).

Il segretario delle Nazioni Unite Antònio Guterres ha commentato i dati con un discorso chiaro e netto: “stiamo giocando alla roulette russa con il nostro pianeta e abbiamo bisogno di un’uscita dall’autostrada dell’inferno climatico […] l’incremento di 1.5C° sopra i livelli pre-industriali non è un obiettivo o una meta da raggiungere, ma un limite fisico.

Superare consistentemente quel limite innescherà una reazione a catena che sarà fuori dal nostro controllo e che produrrà scenari apocalittici come mai, e mette i brividi dirlo considerati i fatti correnti, ne abbiamo visti prima.

Lo spazio di azione è pochissimo ma c’è. Non è uno spazio di “transizione”, è uno spazio di azione radicale e globalmente organizzata, che parta dall’equità e dalla giustizia sociale ed economica per produrre impatti chiari sull’influenza antropogenica che abbiamo sul clima.

L’industria fossile deve estinguersi, e i ricchi (il famoso top 1% strettamente collegato all’infrastruttura fossile) pure. Non bisogna avere paura, bisogna essere arrabbiati. Per direzionare questa rabbia, possiamo ascoltare le parole di Ferdinando Cotugno e votare Giovanni Mori, questo weekend, alle elezioni europee.

Questa è la variazione di temperatura media annuale per Milano, Torino e Roma dal 1850 a oggi. In tutti e tre i casi, il rapporto di causalità tra l'incremento della temperatura media e le condizioni climatologiche globali è evidente. Vale in Italia, come tutto il mondo.

La crisi climatica antropogenica è il problema più urgente della storia dell'umanità, i trend a essa associati sono crescentemente critici e progressivamente sempre più imprevidibili.

Il fattore di imprevedibilità è la variabile fatale dell'equazione: in questo momento, pur conoscendo cosa ci aspetta e ipotizzando delle strategie di adattamento, non stiamo agendo per contenere la crisi climatica.

A breve, brevissimo, non sarà più possibile prevedere con accuratezza le evoluzioni del fenomeno, e di conseguenza progettare strategie di adattamento efficaci. Questa emergenza è una di quelle cose che chiamo "non problemi", ovvero problemi così esistenziali che non possono fare a meno di essere risolti (eppure, non li stiamo risolvendo).

L'infrastruttura economica e politica globale è progettata per promuovere l'inasprimento di questo trend, l'unico risultato possibile che ne può derivare è l'avvio di un processo di estinzione umana su scala planetaria.

Non siamo in "troppi", non abbiamo "troppi vizi" - i "troppi vizi" della maggior parte della popolazione umana equivalgono ad avere un tetto sopra la testa e un paio di pasti caldi al giorno. La crisi climatica è alimentata dagli interessi di una minuscola porzione di popolazione globale, sempre più piccola e sempre più ricca, che traina il modello capitalistico.

Non è "filosofia", non sono "aspettative irrealistiche", sono fatti oggettivi, comprovati ormai da una quantità così grande di dati e casi studio da rendere ridicolo e suicida qualunque tentativo di ignorarli.

Non agire in merito, in qualunque modo, equivale a morire: tutti, prima i più poveri e poi i più ricchi.

I dati sono visualizzati da Ed Hawkins grazie alla sua iniziativa "Show Your Stripes", che ogni anno incoraggia le persone a dare un'occhiata a dei grafici che mostrano come, se non interveniamo, moriremo.

Subscribe to Stella Kamikaze, cose scritte da Federico Nejrotti

Don’t miss out on the latest issues. Sign up now to get access to the library of members-only issues.
jamie@example.com
Subscribe